Le patologie infiammatorie del distretto pelvico Le patologie infiammatorie del distretto pelvico.  Le patologie infiammatorie del distretto pelvico (PID  dalla definizione inglese Pelvic Inflammatory Disease) sono rappresentate da una serie di condizioni  infiammatorie del tratto genitale superiore che coinvolgono in primo luogo le tube (salpingite) e più di rado le ovie (ooforiti) fino ad interessare anche il  peritoneo pelvico (pelvi-peritonite).  In genere questi quadri derivano da un percorso ascendente attraverso gli organi genitali di germi che hanno origine a livello vaginale (dalla vagina i germi  risalgono a livello della cavità uterina e quindi delle tube). In genere il muco cervicale (cioè presente a livello del collo dell’utero) costituisce una barriera  che impedisce appunto il diffondersi di microorganismi a livello degli organi genitali interni, ma alcune condizioni quali il verificarsi di aborti, il parto,  interventi chirurgici a livello del collo dell’utero o l’inserimento di dispositivi quali la spirale possono in qualche modo alterare tale barriera e consentire il  passaggio di germi patogeni.  I germi che più frequentemente sono chiamati in causa al riguardo sono:  - Chlamydia trachomatis;  - Neisseria gonorrhoeae;  - Mycoplasma hominis; - Ureaplasma urealitycum.  Altri germi possono talvolta entrare in gioco ma con minor frequenza.  L’importanza degli episodi di infiammazione pelvica nel determinismo di quadri di infertilità da fattore tubarico è indicata da alcuni studi che riportano come  ogni singolo episodio raddoppi il rischio di infertilità da fattore tubarico per cui esso risulta pari al 10% dopo un primo episodio, al 20% dopo due episodi  ed al 40% dopo tre o più episodi (4, 5).  Le infezioni da Chlamydia. La Chlamydia trachomatis è senza dubbio il germe che maggiormente viene chiamato in causa nel determinismo di un danno tubarico che può poi essere  alla base di una condizione di infertilità. Si tratta di un batterio intracellulare (1)  che è per lo più causa di quadri di infiammazione a livello della cervice  uterina (2) i quali però in circa il 70 -75% dei casi sono asintomatici. Ciononostante circa il 20% delle infezioni del tratto genitale inferiore da Chlamydia  danno luogo a quadri di malattia infiammatoria pelvica con coinvolgimento delle tube uterine e al riguardo alcuni studi indicano tale microorganismo quale  responsabile della maggior parte dei casi di infertilità da fattore tubarico (3).    Da un punto di vista clinico il coinvolgimento tubarico da parte di un processo infettivo può esprimersi con quadri acuti conclamati (salpingite acuta) ma talvolta  può decorrere in modo del tutto asintomatico o quasi. Spesso tali processi infettivi possono poi esitare in quadri cronici (salpingite cronica).  La salpingite acuta insorge in genere poco dopo le mestruazioni con dolore localizzato in particolar modo a livello dei  quadranti infero-laterali dell’addome a carattere ingravescente. Talvolta questi quadri si accompagnano a febbre e alla  presenza di perdite vaginali in genere a carattere muco purulento.  In alcuni casi all’episodio acuto può far seguito un quadro di salpingite cronica che può anche essere del tutto silente da un  punto di vista clinico ma che porta spesso al formasi di fenomeni aderenziali con distorsione del lume tubarico, occlusioni o  sub-occlusioni e alterazioni della motilità tubarica. E’ evidente come ciò possa portare ad una perdita della funzionalità  tubarica ed all’instaurarsi di un quadro di infertilità.  Nell’immagine accanto è raffigurato un possibile quadro di occlusione tubarica che può verificarsi come conseguenza di una  salpingite cronica. Come è possibile osservare il decorso della tuba appare distorto dalla presenza di tenaci aderenze che  la fissano all’oviaio e ne rendono pertanto tortuoso il decorso. A livello dell’infundibulo le fimbrie appaiono conglutinate con  conseguente occlusione del lume tubarico.  Da quanto detto finora emerge chiaramente l’importanza della ricerca di eventuali segni di pregressa infezione, in particolar  modo da Chlamydia. Al riguardo è possibile eseguire la ricerca specifica degli anticorpi anti-Chlamydia nel  sangue. L’importanza di tale test, ed in particolar modo la presenza di immunoglobuline di tipo G (IgG, indice  specifico di una pregressa infezione da Chlamydia) è stata sottolineata da vari studi i quali hanno addirittura  evidenziato come essa presenti una accuratezza diagnostica comparabile alla isterosalpingografia  nell’evidenziare la presenza di una patologia tubarica (6, 7, 8).    Ovaio  Infundibulo  Riferimenti bibliografici  1) J. Paavonen and W. Eggert-Kruse. Chlamydia Trachomatis: impact on human reproduction. Hum Reprod Update, 1999; 5: 433-447 2) Brunham RC, Paavonen J, Stevens CE, Kiviat N, Kuo CC, Critchlow CW, et al. Mucopurulent cervicitis—the ignored counterpart in women of urethritis in men. N  Engl J Med 1984;311:1–6.   3) Mardh PA. Influence of infection with Chlamydia trachomatis on pregnancy outcome, infant health and life-long sequelae in infected offspring. Best Pract Res Clin  Obstet Gynaecol 2002;16:847–64.  4) Westrom L. Incidence, prevalence and trends of acute pelvic inflammatory disease and its consequences in industrial countries. Am J Obstet Gynecol, 1980;  138: 880-892 5) Westrom L. Sexually transmitted diseases and infertility. Sex. Transm. Dis, 1994; 21: S2-S37  6) Perquin DAM, Beersma MFC, De Craen AJM, Helmerhost FM. The value of Chlamydia trachomatis-specific IgG antibody testing and hysterosalpingography for  predicting tubal pathology and occurrence of pregnancy. Fertil Steril, 2007; 88: 224-6  7) Dabekausen YAJM, Evers JLH, Land JA, Stals FS. Chlamydia trachomatis antibody testing is more accurate than hysterosalpingography in predicting tubal factor  infertility. Fertil Steril 1994;61:833–7  8) Meikle SF, Zhang X, Marine WM, Calonge BN, Hamman RF, Betz G. Chlamydia trachomatis antibody titers and hysterosalpingography in predicting tubal disease  in infertility patients. Fertil Steril 1994; 62:305–12. 5. Mol BWJ, Dijkman B, Wertheim P, Lijmer