Incidenza Sulla base della definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per infertilità si intende: Il mancato raggiungimento della gravidanza dopo 12 mesi di rapporti tendenti alla fecondazione, frequenti, non protetti e possibilmente mirati. Già nel 2002 Evers et al., avevano effettuato una suddivisione delle coppie in rapporto al loro grado di fertiltà distinguendo i seguenti gruppi: Superfertili: coppie in cui si ha il raggiungimento della gravidanza entro 6 mesi nel 100% dei casi; Normalmente fertili: coppie in cui si ha il raggiungimento della gravidanza entro 12 mesi nel 93% dei casi ed entro 24 mesi nel 100% dei casi; Moderatamente subfertili: coppie in cui si ha il raggiungimento della gravidanza entro 12 mesi nel 46% dei casi, entro 24 mesi nel 71% dei casi ed entro 60 mesi nel 95% dei casi. Severamente subfertili: coppie in cui si ha il raggiungimento della gravidanza entro 12 mesi nel 11% dei casi, entro 24 mesi nel 21% dei casi ed entro 60 mesi nel 45%; Infertili: coppie in cui non si ha mai il raggiungimento della gravidanza. Già da questa classificazione è quindi evidente come quanto più è lunga la storia di infertilità, quanto maggiore è la gravità della situazione. Nel grafico accanto, elaborato sempre dai dati pubblicati da Evers, è rappresentata la  percentuale media di fecondità mensile nella specie umana, ossia la probabilità che ha  una coppia di ottenere una gravidanza nell’arco di un mese con rapporti frequenti e non  protetti. Come è possibile osservare nelle coppie normalmente fertili tale percentuale  è di solo il 20%. Ciò fa capire come di per se la nostra specie sia nel complesso una  specie a basso tasso di fertilità. Ma quali sono gli aspetti che maggiormente incidono sulla fertilità di una coppia  e che quindi dobbiamo prendere in considerazione nel determinare se vi sia o  meno una condizione di infertilità?  Fra i vari aspetti dobbiamo innanzitutto considerare: 1) Il fattore età; 2) La frequenza dei rapporti; 3) Abitudini di vita (dieta, fumo, consumo di alcool, caffè, uso di droghe). Il fattore età  Senza alcun dubbio il fattore età è uno degli aspetti di maggior rilievo per quanto riguarda il possibile raggiungimento di una gravidanza. In particolar modo  ciò è vero in riferimento all’età della partner femminile anche se negli ultimi anni è stato evidenziato anche un ruolo dell’età del partner maschile. Per una più  dettagliata analisi di questo aspetto è possibile leggere le pagine di approfondimento (clicca qui per visualizzarle). La frequenza dei rapporti  Uno degli aspetti più importanti da prendere in considerazione per valutare  una eventuale condizione di infertilità è la frequenza dei rapporti. Al riguardo le linee guida pubblicate nel 2004 dal National Institute for Clinical Excellence  inglese indicano una frequenza ottimale dei rapporti pari a 2-3 volte la  settimana al fine di ottenere la massima probabilità di gravidanza. In un  precedente studio di Wilcox et al. del 1995 la frequenza di gravidanza per  mese era indicata pari al 37% nelle coppie che avevano rapporti quotidiani,  pari al 33% nelle coppie che avevano rapporti a giorni alterni e pari a solo il  15% nelle coppie che avevano rapporti una volta la settimana. Tale aspetto relativo alla frequenza dei rapporti è correlato alla maggiore  possibilità che si realizza di inserirsi in quella che è la cosidetta “finestra  fertile”, ossia di massima probabilità di concepimento, che si colloca a partire  dai 6 giorni prima rispetto al momento dell’ovulazione fino al giorno stesso in  cui l’ovulazione ha luogo. Ovviamente questo periodo potrà variare in rapporto alle caratteristiche del ciclo mestruale ma se prendiamo in considerazione  donne con cili mestruali regolari (ossia di 28 giorni) possiamo vedere come la  probabilità di concempimento in un singolo rapporto sia pari al 3.2 % se il  rapporto ha luogo all’8° giorno del ciclo, al 9.4% se ha luogo al 12° giorno del  ciclo e meno del 2% se ha luogo al 21° giorno del ciclo (ASRM Practice Commitee. Optimizing natural fertility. Fertil Steril, 2008).  Abitudini di vita  Fra le abitudini voluttuarie che posso incidere sulla fertilità il fumo di sigaretta riveste senza dubbio un ruolo di notevole rilievo. Al riguardo numerosi studi  hanno infatti evidenziato una probabilità pari ad una volta e mezzo di andare incontro a problemi di infertilità nelle donne fumatrici. In parte ciò sembra dovuto  ad una accelerazione della riduzione della riserva ovarica e ad un conseguente peggiormento della qualità degli ovociti. Infatti le donne fumatrici hanno in  media un’età di insorgenza della menopausa anticipata di 1-4 anni rispetto alle donne non fumatrici. Anche nell’uomo sono stati evidenziati effetti negativi del fumo con riduzione della densità spermatica, della motilità degli spermatozoi ed una riduzione degli  spermatozoi morfologicamente normali.  Un’altro fattore chiamato in causa è il consumo di alcool ma al riguardo i dati sembrano meno conclusivi e discordanti. In alcuni studi sembrerebbe essere  stato evidenziato un ruolo negativo sulla fertilità mentre altri studi affermano il contrario. L’abuso di caffeina sembra invece essere chiaramente posto in relazione ad una riduzione della fertilità. Continua